La Turchia ha presentato il primo prototipo del proprio caccia di quinta generazione TF-X

Di: Maksim Panasovskiy | 24.11.2022, 21:10

La Turchia si sta muovendo costantemente verso la costruzione del proprio jet da combattimento di quinta generazione. Sì, proprio la quinta generazione, mentre Cina, Stati Uniti, Gran Bretagna e il trio Francia, Germania e Spagna stanno lavorando a un aereo di sesta generazione.

Ecco cosa sappiamo

La Turkish Aerospace Industry ha presentato il primo prototipo del caccia turco, chiamato TF-X. Il costruttore è già riuscito ad assemblare alcune parti fondamentali dell'aereo: il piano centrale, le ali, il muso e la coda della fusoliera.

Il prototipo sarà pronto per i test a terra il 18 marzo 2023, dopodiché la Turkish Aerospace Industry, un'azienda statale, potrà procedere con i test a terra del caccia. Si prevede che il TF-X sarà in grado di alzarsi in volo nel 2026 (in precedenza il volo era previsto per il 2025) e sarà ammesso al servizio due anni dopo.

Le caratteristiche tecniche del velivolo sono tenute segrete dalla Turchia. È noto che nella fase iniziale il TF-X dovrà essere equipaggiato con motori F110 dell'azienda americana General Electric. In futuro, è prevista l'integrazione di motori di fabbricazione turca. Il fornitore sarà selezionato in base ai risultati di una gara d'appalto a cui parteciperanno Tusas Engine Industries, TRMotor e TAEC (una joint venture tra Kale Group e Rolls Royce).

Il TF-X sarà lungo 18,2 metri e avrà un'apertura alare di quasi 11,9 metri. Ciò significa che il caccia turco sarà leggermente più grande dell'F-35 Lightning II americano, ma di dimensioni inferiori all'F-22 Raptor.

L'azienda dovrà affrontare alcuni problemi sulla strada della costruzione del TF-X. Il principale è il ritardo nella fornitura dei motori General Electric (F-110-GE-129 o F110-GE-132). Sì, la produzione di sistemi di propulsione è stabilita in Turchia, ma sono utilizzati nel F-16C/D Fighting Falcon e hanno parametri tecnici semplificati.

Non è certo che gli Stati Uniti vogliano fornire i motori adatti, e un accordo con la Russia sembra molto improbabile alla luce dell'attacco all'Ucraina. Altri problemi sono il costo elevato e la fornitura di elettronica digitale avanzata, che potrebbe essere messa in discussione dal momento che anche altri Paesi sviluppano un caccia di sesta generazione.

Fonte: L'Unità