Il New York Times ha vietato l'uso dei suoi contenuti per addestrare l'intelligenza artificiale generativa
Il New York Times ha aggiornato i suoi termini di utilizzo, che vietano la raccolta di contenuti aziendali per addestrare sistemi di apprendimento automatico o di intelligenza artificiale.
Ecco cosa sappiamo
I termini aggiornati stabiliscono che gli strumenti di raccolta automatica dei contenuti non possono essere utilizzati senza l'autorizzazione scritta della testata. Il mancato rispetto delle restrizioni potrebbe comportare multe o sanzioni non specificate, si legge nel documento.
Nonostante l'introduzione delle nuove regole nella sua politica, la testata non sembra aver apportato alcuna modifica al file robots.txt, che indica ai motori di ricerca quali URL sono accessibili.
La mossa è probabilmente una risposta al recente aggiornamento della politica sulla privacy di Google. Il gigante della ricerca ha dichiarato che potrebbe raccogliere dati aperti da Internet per addestrare i suoi vari servizi di intelligenza artificiale, come Bard o Cloud AI.
Molti dei modelli linguistici di grandi dimensioni utilizzati sono addestrati anche su grandi set di dati che possono contenere materiale protetto da copyright proveniente da Internet. Spesso questi vengono raccolti senza l'autorizzazione dei titolari del copyright.
Fonte: The Verge