Un tribunale statunitense ha stabilito che gli algoritmi di YouTube non sono razzisti in un caso di rimozione di video di creatori di contenuti di colore.
Un giudice federale statunitense in California ha respinto una causa per discriminazione razziale intentata contro YouTube e la sua società madre Google da creatori di contenuti non bianchi sulla piattaforma.
Ecco cosa sappiamo
I querelanti sostenevano che gli algoritmi di raccomandazione di YouTube limitavano ingiustamente e addirittura rimuovevano i loro contenuti. Tuttavia, il giudice ha dichiarato che i ricorrenti non sono riusciti a dimostrare la discriminazione da parte di Google.
La sentenza ha posto fine a una battaglia legale durata tre anni e iniziata pochi mesi dopo l'omicidio di George Floyd. I querelanti erano quattro creatori di video di YouTube che sostenevano che gli algoritmi dell'azienda profilavano razzialmente i loro contenuti. La conseguenza è una diminuzione del pubblico.
In alcuni casi, i creatori sostenevano che la piattaforma bandisse i canali o rimuovesse completamente i contenuti senza alcuna spiegazione. A loro avviso, si trattava di una violazione della politica di YouTube che garantisce una moderazione dei contenuti neutrale dal punto di vista razziale.
Le argomentazioni dei querelanti non hanno convinto il giudice Vince Chhabria. Secondo lui, i creatori si sono basati su esempi troppo pochi e deboli. In particolare, un creatore ha affermato che il suo tutorial sul trucco "come assomigliare a Donald Trump" è stato ingiustamente rimosso.
Tuttavia, dopo aver studiato l'esempio, Chhabria ha ammesso la possibilità di un errore dell'algoritmo. Il creatore del video ha citato il Ku Klux Klan e ha descritto la tonalità del trucco di Trump come "i colori della supremazia bianca". Gli algoritmi di YouTube potrebbero aver fatto una scelta sbagliata, ma gli avvocati non hanno dimostrato che sia stata frutto di discriminazione razziale.
Fonte: Gizmodo