Gli scienziati hanno coltivato un cervello umano, lo hanno collegato a un computer e gli hanno insegnato a risolvere le equazioni.

Di: Maksim Panasovskiy | 14.12.2023, 00:32
Gli scienziati hanno coltivato un cervello umano, lo hanno collegato a un computer e gli hanno insegnato a risolvere le equazioni.

Un nuovo studio ha dimostrato la promessa di combinare le cellule cerebrali umane con i computer. I neuroni vivi sono stati addestrati più velocemente dei modelli artificiali, mostrando risultati quasi identici.

Ecco cosa sappiamo

Utilizzando cellule staminali, i ricercatori sono riusciti a creare una colonia di cellule che replicano la struttura delle connessioni neurali e dei neuroni stessi del cervello umano. La colonia è chiamata organoide cerebrale. È stata coltivata su un array di elettrodi ad alta densità.

La rete neurale si chiama Brainoware. L'immagine qui sotto la mostra tra una settimana e qualche mese di vita. Per l'addestramento, gli scienziati hanno utilizzato più di duecento registrazioni audio di persone giapponesi che parlavano dei suoni principali. Dopo l'addestramento, Brainoware è stato in grado di riconoscere la voce con un'accuratezza fino al 78%.

Il compito successivo degli scienziati è stato quello di addestrare la rete neurale a risolvere le mappature Eno. Questo obiettivo è stato raggiunto in quattro giorni. Dopo l'addestramento, Brainoware è stato in grado di risolvere equazioni con una precisione di circa l'80%. In questo caso, il cervello coltivato ha ottenuto risultati migliori rispetto all'intelligenza artificiale priva di una lunga catena di elementi di memoria a breve termine (Long short-term memory, LSTM).

Se confrontiamo Brainoware e l'intelligenza artificiale con LSTM, l'AI vince con un leggero vantaggio a suo favore. Tuttavia, è importante notare che la rete neurale artificiale ha affrontato 50 fasi di addestramento, mentre Brainoware ha richiesto un tempo di addestramento 10 volte inferiore.

Gli scienziati ritengono che le colonie di neuroni viventi supereranno le reti neurali esistenti e future su chip. Questo vale sia per la velocità che per il rapporto costo-efficacia. Nel caso di sistemi biocomputer a tutti gli effetti, è probabile che si sollevino problemi etici, ma la strada è ancora lunga.

Fonte: Allarme scientifico