L'ex avvocato di Trump ha citato casi giudiziari falsi generati dall'intelligenza artificiale
Maansi Srivastava/Il New York Times
Michael Cohen, ex avvocato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha ammesso di aver erroneamente inserito in un documento legale riferimenti a casi giudiziari inesistenti generati dall'intelligenza artificiale.
Ecco cosa sappiamo
La mozione di Cohen per ridurre la sua libertà vigilata includeva tre precedenti fittizi ricevuti dal chatbot Google Bard. Un giudice distrettuale statunitense ha chiesto all'avvocato di Cohen, David Schwartz, di spiegare l'origine delle citazioni.
In una dichiarazione scritta, Cohen ha ammesso di aver scambiato Google Bard per un "motore di ricerca superpotente" senza sapere che il servizio genera testo. Ha inviato i casi che ha trovato a Schwartz, senza presumere che quest'ultimo li avrebbe aggiunti al documento senza controllare. Schwartz è ora passibile di sanzioni.
Questo non è il primo incidente di questo tipo che coinvolge l'uso dell'intelligenza artificiale nei procedimenti giudiziari. In precedenza, due avvocati di New York sono stati multati di 5.000 dollari per questo motivo e altri avvocati utilizzano chatbot per redigere le arringhe.
Secondo gli esperti, questo caso dimostra i rischi legati all'utilizzo di nuove tecnologie come la ChatGPT nella pratica legale senza verificarne adeguatamente i risultati.
Fonte: Il New York Times