L'intelligenza artificiale interesserà il 40% dei posti di lavoro e aggraverà le disuguaglianze - FMI
Johannes P. Christo/Reuters
Secondo un'analisi del Fondo Monetario Internazionale, l'intelligenza artificiale potrebbe avere ripercussioni su circa il 40% dei posti di lavoro e aumentare le disuguaglianze.
Ecco cosa sappiamo
Secondo il direttore generale del FMI Kristalina Georgieva, nella maggior parte degli scenari, l'introduzione delle tecnologie di intelligenza artificiale potrebbe aumentare la disuguaglianza complessiva. La direttrice invita i responsabili politici a prestare attenzione a questa preoccupante tendenza per evitare che le tensioni sociali aumentino ulteriormente.
Il FMI prevede che l'intelligenza artificiale potrebbe interessare circa il 60% dei posti di lavoro nei Paesi sviluppati. Nella metà di questi, la produttività del lavoro dovrebbe aumentare grazie all'integrazione delle tecnologie AI, mentre in altri si prevede che gli esseri umani saranno sostituiti dalle macchine. Questo potrebbe portare a una riduzione della domanda di lavoro, a pressioni salariali e persino all'eliminazione di alcune professioni.
Nel frattempo, solo il 26% dei posti di lavoro nei Paesi in via di sviluppo potrebbe essere a rischio di automazione a causa della mancanza di infrastrutture e risorse umane. Questo aggraverà le disuguaglianze tra le nazioni, osserva il direttore del FMI.
Inoltre, con l'introduzione dell'IA le tecnologie potrebbero aumentare in modo sproporzionato i salari dei giovani professionisti e dei lavoratori ad alto reddito. E i lavoratori più anziani con salari bassi rischiano di rimanere indietro, avverte il FMI.
Per mitigare gli impatti negativi è necessario creare efficaci reti di sicurezza sociale e programmi di riqualificazione per i lavoratori vulnerabili, conclude Kristalina Georgieva.
Fonte: FMI