Al posto di Starlink e Kuiper: l'Unione Europea creerà una propria rete internet satellitare IRIS²
Il 31 ottobre 2024, la Commissione europea ha annunciato un contratto di concessione con il consorzio SpaceRise per lo sviluppo, il dispiegamento e la gestione del sistema satellitare europeo di comunicazione sicura IRIS².
Ecco cosa sappiamo
L'UE sta cercando di costruire una propria rete internet satellitare per evitare la dipendenza dalle infrastrutture statunitensi di Starlink di SpaceX e Kuiper di Amazon.
Il contratto ha assegnato al consorzio SpaceRise una concessione di dodici anni per lo sviluppo, lo spiegamento e la gestione del sistema satellitare di comunicazione sicura europeo IRIS².
Il consorzio SpaceRISE è composto da tre operatori di rete satellitare europei: SES SA, Eutelsat SA e Hispasat SA. Per portare a termine il lavoro, il consorzio si affida a un nucleo di subappaltatori europei provenienti da tutti i segmenti dell'ecosistema delle comunicazioni satellitari: Thales Alenia Space, OHB, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat e Thales SIX.
L'obiettivo è produrre 290 satelliti entro il 2030, dispiegarli e offrire i primi servizi a clienti istituzionali (Stati, agenzie governative, eserciti), imprese e cittadini europei.
Il contratto sarà finanziato da investimenti pubblici (Unione Europea ed ESA) e privati (consorzio SpaceRISE), che potrebbero ammontare tra i 3 e i 4 miliardi di euro da parte del consorzio. Per quanto riguarda il contributo dell'Unione europea, poiché il contratto di concessione copre diverse prospettive finanziarie, la Commissione europea assumerà innanzitutto impegni di bilancio per l'attuale struttura finanziaria pluriennale e il suo contributo sarà pari a 6 miliardi di euro. Ulteriori importi potranno essere resi disponibili dopo il 31 dicembre 2027, in particolare a condizione che il Parlamento europeo e il Consiglio adottino un programma successivo e che siano disponibili stanziamenti adeguati.
La firma formale del contratto avverrà nel dicembre 2024.
Fonte: Commissione europea