Il governo britannico non ha intenzione di inasprire le regole sulla chiusura dei server dei videogiochi

In risposta a una petizione sostenuta dalla campagna Stop Killing Games, il governo britannico ha dichiarato che non intende modificare la legge per proteggere i giocatori da situazioni in cui i giochi acquistati diventano indisponibili a causa di interruzioni dei server. Il governo ha osservato che le aziende devono rispettare la legislazione esistente, tra cui il Consumer Rights Act 2015 e il Consumer Protection from Unfair Trading Regulations 2008, ma non vi è alcun obbligo di supportare le vecchie versioni del software.
Ecco cosa sappiamo
La petizione sostiene che le leggi attuali non scoraggiano sufficientemente le aziende dal disabilitare i giochi, lasciando i proprietari nell'impossibilità di utilizzare i loro acquisti. Il governo ha riconosciuto le preoccupazioni dei giocatori, ma ha sottolineato che la decisione di supportare i vecchi server spetta alle aziende, tenendo conto dei fattori commerciali e normativi. Ha inoltre sottolineato che la manutenzione dei vecchi server può essere costosa per le aziende, soprattutto quando il numero di utenti è in calo.
Secondo la legislazione vigente, i prodotti devono essere adatti allo scopo e venduti come descritti. Questo vale sia per i contenuti digitali che per i beni fisici. Tuttavia, non esiste alcun obbligo di assistenza per il software dopo la sua vendita. Il governo raccomanda alle aziende di indicare chiaramente se il software non è supportato, in modo che i consumatori possano prendere decisioni informate al momento dell'acquisto.
La campagna Stop Killing Games, promossa dallo YouTuber Ross Scott, si sta rivolgendo anche ai governi di altri Paesi, tra cui l'UE, con petizioni simili che chiedono di modificare la legislazione per proteggere i diritti dei giocatori.
Fonte: Parlamento