Un display con punti gonfiabili è stato sviluppato per gli ipovedenti

Di: Yuriy Stanislavskiy | 18.10.2021, 14:15
Un display con punti gonfiabili è stato sviluppato per gli ipovedenti

Gonfiando dei "punti" di membrana di silicone con un gas che brucia si può creare un display braille da usare in vari dispositivi elettronici.

Immaginate un iPad o un Kindle per non vedenti, con uno schermo braille gonfiabile che cambia forma alla superficie quando l'utente lo tocca. Un team di ricerca guidato dalla Cornell University ha sviluppato una tecnologia simile: un insieme di meccanismi strettamente sigillati che creano "punti" convessi in una membrana di silicone quando vengono innescati da processi di mini-combustione.

Uno dei maggiori ostacoli nello sviluppo di un display braille dinamico per l'elettronica è capire come applicare la giusta forza ad ogni punto. I tentativi precedenti hanno tipicamente usato motori in miniatura, idraulica o micro-pompe collegate, ma tutti questi meccanismi sono ingombranti, complicati e costosi, secondo Rob Shepherd, professore associato di ingegneria meccanica e aerospaziale al College of Engineering dell'università.

Per rendere il sistema più piccolo e più economico, il team della Cornell ha lavorato con i ricercatori del Technion Institute of Technology di Israele per sviluppare un sistema di elettrodi di silicone e metallo liquido stampati che innescano una scintilla per accendere metano e ossigeno premiscelati.

Questo "carburante" scorre attraverso una serie di canali indipendenti, ognuno dei quali porta ad una membrana di 3 millimetri di spessore. La combustione rapida costringe la sottile membrana di silicone a gonfiarsi al punto giusto. Un sistema di chiusura magnetico dà a questi punti una forma permanente. L'intero sistema può essere riportato allo stato predefinito con una semplice pressione.

Il sistema consiste attualmente di nove "punti", ma i ricercatori sperano di scalare lo sviluppo e alla fine creare un vero e proprio display elettronico aptico.

Fonte: techxplore

Illustrazione: Cornell University